
A conclusione del periodo di rinnovo cariche sociali che ha visto l’elezione dei nuovi Presidenti delle Federazioni e dei Gruppi di Mestiere e del Gruppo Giovani, Confartigianato Imprese Veneto ha organizzato un primo incontro per promuovere il percorso della nuova dirigenza e le linee di indirizzo dell’associazione del futuro.
Confartigianato Imprese Veneto ha incontrato i protagonisti della politica, dell’economia e dell’informazione regionale per una nuova narrazione del nostro territorio: il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l'economista e responsabile dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Enrico Quintavalle, il politologo Paolo Feltrin e il Direttore editoriale Nord Est Multimedia Paolo Possamai.
“L’autonomia differenziata appena diventata legge sarà per il Veneto e il mondo delle Pmi un’occasione. Si tratta di una sorta di abito sartoriale che consentirà di ricercare soluzioni più efficaci di quanto il centralismo ha prodotto in 76 anni.
Più deleghe si hanno, più efficienti si è e più si accorciano le filiere decisionali. La prossimità della gestione garantisce la qualità dei servizi.” Questo è quanto ha affermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, intervenuto all’incontro organizzato oggi da Confartigianato Imprese Veneto nella sala convegni dell’hotel Move di Mogliano Veneto (Tv) dal titolo “Il Veneto si racconta”.
Rispetto al futuro economico della Regione il Presidente Zaia ha affermato che ”gli enti pubblici non devono accrescere la complessità della burocrazia che è solo in parte una forma di tutela dei diversi interessi che una democrazia deve rappresentare. La degenerazione della burocrazia è invece purtroppo la conseguenza della tendenza all’autotutela dei singoli funzionari di fronte al rischio cause che possono essere intentate contro le persone fisiche anziché contro gli enti presso cui operano.”
Zaia si è congedato dagli artigiani ringraziando Confartigianato che ha da sempre sostenuto il percorso verso l’autonomia, sollecitandoli ad alimentare la loro motivazione, senza la quale i prodotti e i servizi targati Made in Italy non avrebbero il valore e il successo che è loro riconosciuto a livello internazionale.
Il report presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, “Le prospettive dell’economia veneta nel panorama italiano ed europeo”, evidenzia come il Veneto abbia reagito con grande forza nei quattro anni caratterizzati da pandemia, invasione dell'Ucraina, crisi energetica, stretta monetaria e crisi del commercio internazionale. Mentre le micro e piccole imprese venete hanno subito maggiori costi per 4,8 miliardi di euro per l’energia, per il caro tassi e per la scarsità di manodopera, il Veneto,è la regione che, tra il 2019 e il 2023, ha registrato la più alta crescita del Pil a livello nazionale, con un +5,9%, 2,4 punti in più della media nazionale e si colloca davanti a Emilia Romagna con +5,8%, Campania con +4,9%, Lombardia con +4,7%. Nel Nord Italia inoltre ha ottenuto la percentuale più alta di occupazione, contribuendo a trascinare l’Italia al 4,5% in più rispetto al 2021, meglio di Germania e Francia.
Nel 2023 il Veneto diventa leader nelle filiere del manifatturiero che coinvolgono 100mila imprese (99.997 imprese), mostrando eccellenze nei settori della moda e abbigliamento, accessori, arredamento, editoria e farmaceutica. La manifattura veneta ha un peso occupazionale del 28,7% rispetto ad una media nazionale del 20,1% e si posiziona al primo posto della classifica, precedendo le Marche con 27,6% e l’Emilia Romagna con un 27,3%.
L’incontro di oggi è stato organizzato a seguito di un lungo percorso di rinnovo cariche che ha portato all’elezione della nuova classe dirigente di Confartigianato Imprese Veneto, composta da12 presidenti di Federazione e 67 presidenti di Gruppi di Mestiere con i rispettivi consigli direttivi, alla quale la Federazione ha voluto offrire una base di partenza politico-economica e sociale da cui muovere la propria programmazione e rappresentanza nei prossimi 4 anni.
“Le Pmi in Veneto sono 404.522 con 1 milione e 100mila addetti – ha spiegato nella sua introduzione il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto - praticamente il 99,2% del totale delle imprese. Una forza lavoro e un peso specifico che inevitabilmente devono contare ed essere riconosciute nel pensiero e nella programmazione politica. I nodi da sciogliere e risolvere sono la cosiddetta glaciazione demografica e la difficoltà di reperire manodopera, la sfida della digitalizzazione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Dobbiamo implementare le competenze e quindi la formazione”.
Dai dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese in effetti emerge che sul digitale il Veneto è la prima regione in Italia con il 70,7% delle imprese che investono, assumendo 35mila persone con elevate competenze digitali, di cui 20mila però difficili da reperire. La Regione va un po’ a rallentatore invece sulla transizione green con solo il 25,3% delle aziende che hanno ridotto le emissioni o fatto investimenti a favore del risparmio energetico.
Boschetto poi ha sottolineato il nuovo ruolo di rappresentanza che devono assumere i neo eletti presidenti delle Federazioni e categorie: “Nell’era in cui l’aggregazione è sinonimo di forza contrattuale e competitiva – ha detto - sono certo che noi, come corpi intermedi, stiamo recuperando spazio e autorevolezza nelle sfere decisionali. Perché rappresentiamo non solo le imprese e il tessuto produttivo, ma filiere e distretti che operano e collaborano in un quadro organico e collettivo”.
Una leva contrattuale e competitiva che dovrebbe avere un peso anche in Europa. Purtroppo però l’UE sembra avere poco appeal sugli imprenditori veneti. Da un’indagine condotta su un campione di 434 imprese, commissionato nel post elezioni europee da Confartigianato Imprese Venete e analizzata e presentata all’incontro dal politologo Paolo Feltrin, “solo per il 59% è importante far parte dell’UE. Se da una parte il mondo economico richiama una maggiore attenzione sulle politiche migratorie e ambientale, ritiene sia stata fondamentale l’unità europea nella gestione della pandemia - ha spiegato Feltrin -. Per il 61% degli imprenditori dall’appartenenza all’UE se ne può trarre comunque vantaggio, anche se il 64% non si sente rappresentato”. L’80% degli intervistati non ha infatti votato per le Europee. Sulle richieste avanzate, il 59% vorrebbe un maggior sostegno all’economia e al lavoro, il 51% interventi a favore della salute pubblica che rappresentano le due grandi priorità, mentre il 31% chiede azioni contro il cambiamento climatico. Al primo posto valoriale c’è la pace (42%), seguita da uguaglianza tra uomini e donne (40%), libertà di parola e pensiero e solidarietà tra Stati membri e democrazia (31%). Sull’impatto che le azioni dell’Ue hanno sulla vita imprenditoriale le risposte sono state variegate. Solo il 22% si dichiara molto soddisfatto, il 44% abbastanza soddisfatto e il 26% per nulla. Infine sulla transizione e il Grean Deal, per gli imprenditori veneti l’Europa ha un quadro legislativo inadeguato con un 50% che ritiene gli obiettivi troppo ambiziosi con conseguenze negative sull’economia, favorendo così la Cina. “La percezione dell’Europa tra i veneti è migliore della media italiana – è stato il commento di Feltrin – ma per migliorarla e radicarla servirebbero meno politiche politiche declamatorie con grandi obiettivi strategici e maggiore concretezza nell’ambito dell’economia, della migrazione e sui temi ambientali, offrendo risposte e soluzioni concrete al servizio della vita delle persone e del mondo del lavoro”.
Ha concluso l’incontro Paolo Possamai, direttore Gruppo NEM che sul fronte della decrescita demografica e il correlato calo del pil ha suggerito tre direttrici sulle quali intervenire parallelamente: politiche a favore della natalità, assunzione di consapevolezza della necessità della migrazione e infine il sostegno agli investimenti nei processi di automazione. Per quanto attiene alla comunicazione ha ricordato ai dirigenti di Confartigianato che “ i media sono una piazza, uno strumento da utilizzare per condividere il proprio pensiero e il proprio agire quotidiano”.