VERDE, SFALCI E POTATURE RIFIUTI URBANI, MA I COMUNI NON SONO ATTREZZATI PER LO STOCCAGGIO

VERDE, SFALCI E POTATURE RIFIUTI URBANI, MA I COMUNI NON SONO ATTREZZATI PER LO STOCCAGGIO

Nonostante l'importante traguardo normativo raggiunto con l'accoglimento dell’emendamento di Confartigianato alla Legge 191/2024, che equipara sfalci e potature ai rifiuti urbani, la gestione operativa resta un problema irrisolto. I centri di raccolta comunali, infatti, non sono ancora attrezzati per ricevere e smaltire l’ingente quantità di materiale conferito dalle imprese del verde.

A lanciare un campanello d’allarme è Giuseppe Lumia, Presidente del Gruppo di mestiere Imprese del Verde di Confartigianato Imprese Veneto, che sta monitorando la situazione nelle varie province della Regione. "Le aziende – spiega – ancora non sanno dove poter conferire il verde raccolto. Comuni e aziende municipalizzate non sembrano essere ancora preparate a gestire queste attività e il periodo delle potature e degli abbattimenti è già iniziato, con la necessità di ampi spazi per la raccolta di questi materiali ingombranti".

Fino a poco tempo fa, sfalci e potature erano considerati rifiuti speciali, con costi elevati per il trasporto, anche fuori provincia, in centri specializzati per lo smaltimento a carico delle imprese. La recente modifica normativa dovrebbe semplificare il processo, consentendo il conferimento diretto nelle isole ecologiche dei Comuni di appartenenza o limitrofi.

Tuttavia, secondo Lumia, l’assenza di un coordinamento rischia di produrre difficoltà operative per il settore. "Il servizio pubblico di raccolta è gestito dalle aziende municipalizzate, ma queste dovranno per forza di cose dotarsi di aree dedicate – sottolinea –. Abbiamo ottenuto un’importante vittoria normativa, ma se i Comuni non sono pronti, le aziende si trovano in un limbo senza sapere come gestire il servizio".

Per risolvere la situazione, Confartigianato è a disposizione per dialogare con amministrazioni e soggetti pubblici per definire modalità condivise e operative per mettere le aziende nella condizione di poter operare agevolmente. "Non vorremmo sentirci dire che mancano le aree necessarie – avverte Lumia – in un territorio come il nostro nel quale c’è un ingente patrimonio immobiliare dismesso e che potrebbe essere in questo caso una risorsa diventando oggetto di buone pratiche di rigenerazione che possono magari partire da queste necessità. ".

Il rischio è che il settore si trovi nuovamente di fronte a una gestione caotica e disorganizzata, aggravata da una storica mancanza di uniformità normativa. "In passato, ognuno applicava una propria interpretazione – ricorda Lumia –. Ora finalmente la legge è chiara: questi materiali sono rifiuti urbani e devono essere conferiti nelle isole ecologiche. Stiamo parlando di tonnellate di metri cubi che le imprese non possono stoccare nei loro depositi per lunghi periodi. Chiediamo risposte rapide e soluzioni concrete, affinché la normativa non rimanga solo sulla carta e le imprese del verde possano operare con regole chiare e strutture adeguate”.