
La priorità è la sanità pubblica, le criticità più grandi sono legate al carico fiscale e alla difficoltà di reperire personale, il clima, soprattutto tra i giovani, è quello di sfiducia nei confronti del futuro: per un giovane artigiano su 2 la situazione economica italiana è in peggioramento. La politica? Europa e Governo centrale sembrano distanti, gli occhi degli artigiani veneti sono puntati sulla Regione.
Confartigianato Imprese Veneto ha fotografato il sentiment degli artigiani veneti in un percorso di ricerca curato dal Professor Paolo Feltrin che ha mosso i primi passi dal peso della rappresentanza nella nostra Regione. 600 questionari, altrettanti piccoli imprenditori, ne è emerso un quadro chiaro: quali sono le priorità per i piccoli imprenditori veneti, quale il ruolo della politica oggi.
I dati
Solo per il 16% degli artigiani veneti nei prossimi mesi la situazione economica del Paese andrà verso una ripresa, mentre per il 47,8% la situazione rimarrà come quella attuale, il 25,7%, invece, è convinto che ci sarà un lieve peggioramento, mentre il 9,8% parla di un forte peggioramento in arrivo. Il dato più interessante riguarda gli under 40, sono loro la categoria di imprenditori che ha più sfiducia nel futuro, una tendenza più marcata se il contesto economico è quello nazionale, meno marcata se si tratta del contesto veneto. Per il 51,1% degli under 40 la situazione economia nei prossimi anni è in peggioramento, una percentuale che scende per gli artigiani che hanno dai 41 ai 50 anni (31,4%) fino ad arrivare quasi a dimezzarsi (28,5%) per gli artigiani over 60.
Tra le principali difficoltà segnalate dagli imprenditori artigiani spicca il carico fiscale, indicato dal 75% del campione: per 2 artigiani su 3 il fisco rappresenta un problema. Seguono le criticità legate al reperimento di personale qualificato (56%), agli oneri burocratici (51%), e al costo delle materie prime (21%). Meno segnalati indicatori come la difficoltà di intercettare clienti (5,7%), la digitalizzazione (2,8%) o la carenza di infrastrutture (2%). Rilevanti ma non determinanti il costo della materie prime (21,9%) e il rischio d’impresa (17,3%) – Vedi tabella
Il rapporto con le istituzioni
Gli artigiani dimostrano una maggiore fiducia nelle amministrazioni locali, rispetto allo Stato centrale o all’Unione Europea. Il rapporto con la politica nazionale è più critico. Il sondaggio (Vedi Tabella) ha calcolato in valori percentuali il livello di fiducia dividendo il giudizio in molto negativo (punteggio1-3), insufficiente (4-5), sufficiente (6-7), molto positivo (8-10). Se la fiducia nell’Unione Europea non ha superato la sufficienza per un artigiano su 2 (la percentuale sale di pari passo con il livello di istruzione), il tonfo più evidente è nei confronti dei partiti politici, qui la fiducia manca a 2 artigiani su 3. Anche banche e chiesa cattolica perdono terreno: fiducia scarsa per un artigiano su 2. La fiducia sale nei confronti delle amministrazioni locali, senza mai raggiungere, però, punteggi da capogiro.
Alla domanda sul referendum dell’8-9 giugno su lavoro e cittadinanza il 61,9% ha dichiarato di non aver votato.
Alla domanda sulle preferenze di voto la percentuale di chi si dichiara contro tutti i partiti è sicuramente degna di nota, 14%, come altrettanto interessante è la percentuale degli artigiani che riconoscono il valore dei corpi intermedi, 70,5%.
Il 46,4% degli artigiani veneti mette al primo posto la sanità pubblica come tema di cui la Regione dovrà occuparsi. Alle sue spalle figura il sostengo all’economia regionale (17,6%), la guerra all’immigrazione illegale (13,7), la lotta alla povertà (12,8%), il cambiamento climatico (4,1%). Fanalini di coda sono risultate le infrastrutture viarie e l’ingresso di più lavoratori immigrati. Il sostengo all’economia regionale pesa circa per il 15% con variazioni trascurabili per classe d’età, dove , invece, si nota il divario maggiore è in tema di ambiente e clima e infrastrutture anche digitali. L’informatica nelle aziende, rispetto alle altre tematiche, per gli artigiani over 60 ha un peso trascurabile (0,8%).
La sanità pubblica raggiunge comunque il podio per più di 2 artigiani su 3 (77,8% ) un indicatore che stacca nettamente tutti gli altri e si conferma come priorità trasversale a tutta la popolazione (dato confermato anche guardando alla distribuzione per dimensione d’azienda, classe di età degli imprenditori e titolo di studio).
“Gli artigiani chiedono meno ideologia e più pragmatismo – dichiara Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto - le nostre imprese non cercano slogan, ma misure concrete per lavorare meglio: meno tasse, meno burocrazia, più personale formato e una sanità che funzioni. Colpisce un dato sopra tutti: la sanità pubblica, più che un servizio, viene percepita dagli artigiani come la vera infrastruttura del Paese. Senza un sistema sanitario solido, dicono tra le righe, non reggono né il lavoro né la società. Abbiamo commissionato questa indagine per guardarci dentro, per capire meglio chi sono oggi gli imprenditori che rappresentiamo e quali sono i segnali – anche critici – che dobbiamo saper cogliere – continua Boschetto - I risultati ci dicono anche che la rappresentanza ha ancora un ruolo, se sa ascoltare e dare voce alle vere priorità. È su queste basi che intendiamo rafforzare la nostra azione nei confronti della politica regionale e nazionale”.
“Il sondaggio evidenzia con chiarezza come la sanità pubblica rappresenti oggi una priorità assoluta per quasi la metà dei piccoli imprenditori veneti, al di là di età, titolo di studio, settore di attività, dimensioni d’impresa. Così Paolo Feltrin, politologo e curatore del sondaggio - è un segnale importante che invita a riflettere – continua Feltrin – perché è la prima volta che questo dato compare con questa forza dirompente e con questa trasversalità: chi guida un’impresa artigiana, abituato a gestire quotidianamente rischi e complessità, riconosce che senza un sistema sanitario solido e accessibile a tutti è l’intero tessuto economico e sociale a entrare in difficoltà. Interessante è anche il dato che riguarda la fiducia nei partiti e nei corpi intermedi: da un lato i partiti faticano a intercettare il consenso degli artigiani – solo per il 14% degli intervistati c’è un voto sufficiente (6-10) – dall’altro lato, vi è uno straordinario riconoscimento del ruolo nei confronti delle associazioni di rappresentanza delle pmi (più del 70% di giudizi positivi) rappresentanze e dei corpi intermedi. Risultati sì lusinghieri, ma che impongono ai corpi intermedi un di più di responsabilità e di protagonismo nel governo della comunità regionale”.