
VENETO, EXPORT IN CALO; FLESSIONE VERSO GERMANIA, FRANCIA E USA. BOOM CON GLI EMIRATI (+30,6%)
Export, Veneto in chiaroscuro: giù i mercati maturi, vola il Medio Oriente. Boschetto: “Veneto rimane terza regione esportatrice d’Italia, tengono alimentare, legno e chimica, ancora male moda e metalli, la geografia dell’export sta cambiando”.
Dopo un avvio d’anno brillante, le esportazioni venete segnano una battuta d’arresto. Nel primo semestre 2025, l’export regionale cala dell’1,5% rispetto allo stesso semestre 2024 , riflettendo l’andamento del Nord Est, che perde il 2,4% nel confronto tra primo e secondo trimestre 2025. Nel primo trimestre tutte le aree del Paese avevano mostrato un deciso dinamismo: +9,8% Sud e Isole, +5,4% Centro, +2,8% Nord Est. Il rallentamento del secondo trimestre ha quindi ribaltato la tendenza, portando il bilancio semestrale in terreno negativo.
La flessione per i mercati di riferimento del Veneto è evidente:
Unione Europea: l’export verso i primi dieci Paesi UE segna un calo dello 0,7%, con flessione nei due principali sbocchi commerciali: Germania (-1,3%) e Francia (-2,7%).
Extra UE: più marcata la contrazione (-2,7%), trainata dai cali verso Stati Uniti (-5,8%), Turchia (-8,8%) e soprattutto Cina (-12,6%).
Unica eccezione positiva: il boom negli Emirati Arabi Uniti (+30,6%), che conferma il potenziale dei mercati emergenti per le imprese venete.
Nella dinamica delle esportazioni Made in Veneto il segno positivo rimane per legno (+10,8%), prodotti chimici (+3,4%), alimentare (+8,5%), tutti settori che confermano il trend di crescita degli ultimi anni. In negativo, invece, macchinari e apparecchiature (-1,3%), metallurgia (-3,5%), abbigliamento (-2,8&), autoveicoli e rimorchi (-4,9%).
Secondo i dati nel complesso del semestre sono Lazio, Toscana e Lombardia a fornire i contributi più positivi alla crescita nazionale, grazie a comparti come farmaceutica, moda e meccanica avanzata. Il Veneto rimane in una posizione intermedia: non tra i territori che trainano, ma nemmeno tra quelli in maggiore difficoltà (Campania, Piemonte, Sicilia e Sardegna).
“Dobbiamo comunque ricordare – rileva Roberto Boschetto, Presidente Confartigianato Imprese Veneto - che, nonostante tutto, il Veneto rimane saldo al terzo posto come regione esportatrice d’Italia: il Veneto pesa per il 12,5% sull’export nazionale, mentre il Lazio per il 5,7%, secondo i dati del primo trimestre. In Veneto sono aperti due tavoli di crisi, moda e automotive, ricorda Boschetto, nella moda, diversamente dalla Toscana, il Veneto ha un peso maggiore di subfornitura e produzioni “intermedie” più esposte alla concorrenza internazionale e alla compressione dei margini. I grandi brand della moda, poi, stanno spingendo forte sulla sostenibilità e sperimentano alternative alla pelle tradizionale, questo potrebbe giustificare la performance ancora negativa della concia veneta. Ancora, il Veneto ha una filiera automotive fortemente collegata a Germania e Francia, oggi in contrazione, questo rende le imprese venete vulnerabili alla frenata dell’industria automobilistica tedesca, che sta riducendo ordinativi (comprimendo ancora di più il mercato delle pelli usate per gli interni). Ultimo dato che come Confartigianato Veneto rileviamo è che le transizione digital, green e i nuovi trend legati alla salute stanno spingendo settori come meccanica, chimica, elettronica e farmaceutica, così regioni come Lazio e Lombardia che hanno investito in alta tecnologia vengono premiate. Il boom con gli Emirati Arabi segnala, però, la strada della diversificazione, un percorso che regioni come Toscana e Lombardia hanno già iniziato da tempo. Il rallentamento – conclude Boschetto - non cancella la forza del tessuto produttivo veneto, ma lancia un segnale: servono nuove strategie per restare protagonisti sui mercati globali”.