
CARO ENERGIA, IL VENETO SECONDA REGIONE PIU’ COLPITA. 231 MILIONI DI EURO DI COSTI EXTRA PER PMI
A Cagliari presenti per la tre giorni della convention “Energies and Transition Confartigianato High School” tutti i presidenti provinciali di Confartigianato Imprese Veneto e il Presidente della Federazione Roberto Boschetto: “non chiediamo sconti o trattamenti di favore ma un quadro normativo che metta tutte le imprese sullo stesso piano, indipendentemente dalla dimensione. Serve ridurre gli oneri impropri in bollette e diversificare le fonti”. Gianluca Cavion(CAEM) : nel 2024 i consorzi di Confartigianato hanno gestito oltre 876 milioni di kWh e 70 milioni di metri cubi di gas per 73 mila clienti, con un risparmio di 81.448 tonnellate di CO₂ grazie a energia rinnovabile certificata
Lo scorso anno le micro e piccole imprese italiane hanno pagato 8,8 miliardi di euro per l’elettricità, con 1,6 miliardi in più rispetto alla media europea. Il Veneto si colloca al secondo posto tra le regioni più penalizzate, con 231 milioni di euro di extra-costi per le micro e piccole imprese rispetto alla media europea, subito dopo la Lombardia (443 milioni). A livello provinciale, le aziende vicentine subiscono un peso di 62 milioni di euro, mentre Treviso e Verona registrano rispettivamente 50 e 46 milioni rientrando nella top ten delle province con costi maggiori in bolletta.
Del record Veneto si è parlato alla 21ª edizione della convention “Energies and Transition Confartigianato High School”, in corso a Domus de Maria (Cagliari).
Secondo l’analisi presentata da Confartigianato Imprese il prezzo medio dell’elettricità per le micro e piccole aziende italiane è di 28 centesimi di euro per kWh, superando del 22,5% la media Ue. A incidere è anche il prelievo fiscale e parafiscale, più che doppio (+117,4%) rispetto all’Unione Europea. Peggio fa solo la Polonia, con 7,90 centesimi. Un paradosso, osserva Confartigianato, se si considera che le grandi imprese energivore beneficiano di un fisco in bolletta più leggero del 19,6% rispetto all'Europa.
L'extracosto grava proprio sulle aree manifatturiere: Lombardia (443 milioni), Veneto (231), Emilia-Romagna (208), Piemonte (181) e Toscana (92). Tra le province spiccano Brescia (80 milioni), Milano (65), Torino (64), Vicenza (62) e Bergamo (54). “Il caro energia frena la competitività delle piccole imprese venete – ha detto Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Imprese - non chiediamo privilegi, ma regole chiare ed eque che non penalizzino chi fa impresa su piccola scala, come la maggior parte delle aziende della nostra regione”.
Un sostegno arriva dai Consorzi energia di Confartigianato (Caem, CEnPI, Multienergia), che nel 2024 hanno gestito oltre 876 milioni di kWh e 70 milioni di metri cubi di gas per 73 mila clienti, con un risparmio di 81.448 tonnellate di CO₂ grazie a energia rinnovabile certificata. La convention affronta i temi chiave della transizione: scenari geopolitici, rinnovabili, nucleare e strategie per ridurre il divario competitivo che penalizza l'Italia.
«Oggi più che mai – spiega Gianluca Cavion, Presidente di Confartigianato Imprese Vicenza e alla guida del consorzio Caem – i nostri Consorzi rappresentano uno strumento concreto di tutela per le micro e piccole imprese. Stiamo accompagnando gli imprenditori non solo nella gestione dei contratti di fornitura, ma anche in un percorso di efficienza energetica che punta a ridurre sprechi, migliorare le performance produttive e sviluppare l’autoconsumo, in particolare con il fotovoltaico. È una strada che molte aziende hanno intrapreso dopo gli shock del 2022-2023 e che continueremo a sostenere con competenze e servizi mirati. La sfida della transizione non si vince da soli, ma con reti organizzate e soluzioni collettive capaci di generare risparmi reali e vantaggi competitivi».
«Serve ridurre gli oneri impropri in bollette e diversificare le fonti, il dato sull’extracosto che pesa sulle imprese venete – sottolinea Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – è inaccettabile per un sistema produttivo che vive di manifattura diffusa e di piccola dimensione. Se un’azienda veneta paga il 22,5% in più rispetto alla media europea, significa che partiamo svantaggiati rispetto ai nostri concorrenti diretti. Non chiediamo sconti o trattamenti di favore – chiosa Boschetto - ma un quadro normativo che metta tutte le imprese sullo stesso piano, indipendentemente dalla dimensione. L’energia deve essere un fattore di crescita, non un ostacolo: per questo Confartigianato continuerà a chiedere con forza regole più eque e investimenti che garantiscano stabilità e sostenibilità ai nostri territori».
A livello nazionale i 3 consorzi di Confartigianato, (fra i quali appunto il CAEM) rappresentano oltre 125.000 punti di fornitura, per circa 70 milioni di mc di gas fornititi e circa 870 milioni di energia elettrica fornita. Al momento gestiscono circa 45.000 punti di fornitura per 257 milioni di kWh di energia elettrica e 23 milioni di metri cubi di gas.