
Il Veneto del cibo artigiano cresce all’estero e cambia pelle: dal boom dei “senza” ai nuovi sapori che sostituiscono la carne, l’alimentazione evolve tra paura, dopamina e sostenibilità, mentre delivery ed e-commerce ridisegnano il settore. Sono questi i principali macro-trend globali che la ricerca realizzata da Gian Paolo Lazzer sociologo partner di Strategy Innovation per Confartigianato Imprese Veneto ha portato alla luce. Accanto allo studio dei trend Confartigianato ha portato in dote 300 questionari per fotografare la percezione del comparto artigiano dell’alimentare rispetto alle traiettorie del futuro. La ricerca è stata presentata questa mattina a margine dell’inaugurazione di Caseus, la fiera dedicata al comparto lattiero-caseario più famosa in Italia.
L’analisi.
I numeri sono confortanti: l’export dell’alimentare regionale ha toccato quasi 3 miliardi di euro nel primo semestre 2025, segnando un incremento del +11,6% rispetto al primo semestre 2024 e del +8,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un risultato che testimonia la forza e l’identità di un comparto che, pur tra dazi, crisi globali e trasformazioni del mercato, continua a innovare e generare valore. Se la fiducia del comparto resta alta (il 78,1% degli artigiani intervistati ritiene che il proprio settore sia “abbastanza” o “molto in salute”), a cambiare in maniera rilevante sono gli scenari di consumo trainati dal social media: l’80% degli utenti italiani di Tik Tok dichiara di essersi lasciato ispirare ad acquistare a provare qualcosa di nuovo dopo aver navigato. I social media giocano un ruolo chiave nel diffondere un ideale di bellezza e salute, spingendo molti consumatori a investire tempo e risorse per avvicinarsi a questo modello. Oltre 15 milioni di italiani hanno già scelto le bevande no-alcol, mentre più di uno su due (53%) evita alimenti che potrebbero accelerare l’invecchiamento cellulare. La ricerca conferma una tendenza chiara: il 73% dei consumatori si dichiara favorevole a orientare le proprie scelte verso benessere, sostenibilità e cibi funzionali, capaci di unire piacere, salute e responsabilità ambientale.
Le scelte alimentari degli italiani stanno cambiando, guidate da nuovi valori e da una crescente consapevolezza. Non si cerca più solo il gusto: il cibo oggi deve emozionare, essere leggero, sano e sostenibile. Cresce il “senza” – senza zuccheri e senza alcol – così come l’attenzione a ridurre sprechi e rifiuti: oltre sette italiani su dieci (71%) leggono abitualmente le etichette dei prodotti, con particolare attenzione all’origine. Parallelamente, più di 9 milioni di persone hanno ridotto o eliminato il consumo di carne, spinte da motivazioni che spaziano dalla salute all’etica, fino alla preoccupazione per l’ambiente. La ricerca evidenzia anche l’emergere di soluzioni innovative che sostituiscono ingredienti tradizionali messi a rischio dal cambiamento climatico, a conferma di un trend che intreccia scelte personali, responsabilità collettiva e innovazione.
Tra gli scenari di consumo rilevati spicca anche il boom del delivery, che nell’ultimo anno ha raggiunto un valore di 6,73 miliardi di euro. Tuttavia, l’indagine condotta tra le imprese artigiane del settore food evidenzia come molti di questi trend non siano ancora pienamente compresi o intercettati. Solo il 53% degli artigiani percepisce un alto interesse dei consumatori verso il delivery, mentre appena il 9% utilizza l’e-commerce come canale di vendita. Allo stesso modo, se il 60% ritiene elevato l’interesse per i prodotti a km zero, altrettanti giudicano nullo quello verso i cibi funzionali, e solo il 54% riconosce l’attenzione per i prodotti “senza” (senza lattosio, senza zucchero. Quasi 2 artigiani su 3 non hanno intercettato l’interesse del consumatore per i prodotti no-alcol.
Un quadro che mette in luce una distanza significativa tra i macrotrend del futuro e la percezione delle imprese artigiane, chiamate a cogliere più rapidamente i segnali del mercato.
Il territorio resta una leva strategica. Il 60% degli artigiani intercetta un forte interesse per prodotti locali e a km zero, e l’87% ritiene che il Made in Italy sia un elemento chiave per il successo d’impresa.
La ricerca restituisce l’immagine di un settore che non molla, ma che ha bisogno di strumenti per innovarsi, formarsi e raccontarsi meglio. «La sfida per le imprese artigiane – sottolinea Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – sarà quella di colmare la distanza tra i trend emergenti e la percezione del mercato, trasformando i nuovi stili di consumo in opportunità di innovazione e crescita. I dati dimostrano che i consumatori stanno cambiando più velocemente delle imprese. Per gli artigiani del food è tempo di un salto di consapevolezza, per non perdere terreno in un mercato che premia chi sa anticipare i bisogni».
“I trend analizzati dalla ricerca rappresentano traiettorie per il futuro ma anche nicchie di mercato che il comparto artigiano ha il dovere di intercettare per essere sempre più competitivo e rafforzare la sua presenza e la sua narrazione – così Cristiano Gaggion, Presidente degli alimentaristi veneti. - Abbiamo fortemente voluto – continua Gaggion – inserire questa ricerca proprio all’interno di una fiera che come comparto ci vede protagonisti consapevoli, però che il futuro dell’artigianato alimentare veneto passerà dalla sua capacità di interpretare i trend emergenti, senza perdere l’identità che lo rende unico”.
Caseus si conferma il luogo ideale per accendere il dibattito su questi temi e dare voce alle imprese che ogni giorno portano avanti la cultura del saper fare, con passione e visione.